giovedì 11 dicembre 2008

Quando il sole batterà il carbone

Dal Sole 24 Ore

L' energia solare è una realtà, mica una promessa. Eppure, secondo i top manager di tre delle più grandi imprese fotovoltaiche del mondo – la cinese Suntech Power, l'americana First Solar e l'inglese Solarcentury – sembra quasi che nessuno lo sappia. «Qui parlano tutti di ridurre le emissioni di gas-serra – dice Jeremy Leggett, il fondatore di Solarcentury – senza tenere conto che le attuali tecnologie fotovoltaiche sono già più che sufficienti per soddisfare, nel medio periodo, il fabbisogno di energia e di elettricità».Il «qui», si riferisce al vertice climatico dell'Onu che si chiuderà domani a Poznan e presumibilmente destinato a non restare nella storia. «Il solare viene visto come una delle opportunità, non come la più razionale delle strategie possibili per superare il problema delle emissioni- serra», prosegue Leggett. «Ma c'è di più: in Inghilterra, il Comitato sui cambiamenti climatici ha appena pubblicato un rapporto nel quale si sostiene che l'energia solare non sarà rilevante in questo secolo. Una follia. Mi chiedo da dove abbiano preso quei dati».In compenso, i dati in mano a Leggett, a Mike Ahearn di First Solar e a Zenghrong Shi di Suntech, parlano chiaro: «L'anno scorso sono stati investiti circa 120 miliardi di dollari nelle rinnovabili, 28 dei quali nel solare, con una crescita del 67% sull'anno precedente. Basta parlare con i venture capitalist della Silicon Valley, per rendersi conto della portata del fenomeno». «La tecnologia sta facendo passi da gigante – ammette Shi – e al massimo entro cinque anni avremo raggiunto la grid parity », ovvero il punto in cui l'elettricità dal fotovoltaico costerà quanto quella che deriva dalle fonti fossili, o magari anche meno.«I costi si stanno abbassando drasticamente», assicura Ahearn. «Noi abbiamo cominciato nel 2005, producendo pannelli a film sottili con una capacità complessiva di 20 megawatt. Quest'anno arriveremo a quota 500. E l'anno prossimo prevediamo di raddoppiare ulteriormente la produzione, toccando un gigawatt di potenza, l'equivalente di una centrale nucleare. E se nel 2005 i nostri costi erano intorno a 3 dollari per watt, siamo già vicini a un dollaro per watt». Ma non è finita qui: «Quando è cominciata l'avventura di First Solar, avevamo un'efficienza di conversione energetica del 6%. Oggi siamo già arrivati all'11% e la percentuale crescerà ancora». Fino al punto che, annuncia il fondatore di First Solar – una delle poche storie di successo degli ultimi anni al Nasdaq – colossi del calibro di Intel, Shell o General Electric si preparano a giocare anche loro la partita solare.

Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia.

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