lunedì 8 dicembre 2008
Intervista a Wallace Broecker
(da Il Sole 24 Ore ) Il protocollo di Kyoto? Ineludibile, visto che l'effetto serra rischia davvero di ucciderci. Ma guai ad illudersi: soffiare nell'atmosfera un po' meno di anidride carbonica, qui da noi, non risolverà il problema. Perché nel frattempo India e Cina, da sole, ne aggiungeranno dieci, cento, mille volte di più. La soluzione? Aspirare la CO 2 e iniettarla nelle viscere nella terra. Oppure in fondo al mare. Si può.E si deve.«Subito»,ammonisce Wallace "Wally" Broecker, il guru della geo-climatologia che per primo, nell'ormai lontano 1975, ha lanciato l'allarme sugli sconquassi dell'effetto serra, traducendo in modelli previsionali le relazioni tra i mutamenti chimici degli oceani e il clima.Broecker, 77 anni, professore alla Columbia University, ha appena ricevuto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il premio Balzan 2008 per la scienza del mutamento climatico. Eni ed Enel lo hanno accoltoa Roma come un profeta.E promettono: in Italia la cattura della CO 2 sarà presto una realtà. Un sito sperimentale a Brindisi, un paio in Toscana e uno nel Veneto faranno da apripista.Broecker ci sprona. Ma con un altolà: la struttura tettonica della Penisola, con la sua sismicità, potrebbe rivelarsi inadatta a ospitare in sicurezza le enormi sacche di C0 2 che si verrebbero a creare. Ma poco importa: nulla impedisce, anzi tutto incoraggia, ottimi accordi italiani per catturare e seppellire la CO 2 ,globale e delocalizzata com'è, in qualunque altra parte del pianeta, acquisendo lo stesso,per noi e per i Paesi che collaboreranno, identiche quote Kyoto, come prevedono le regole del protocollo ambientale.Lei studia e insegna nel Paese che più consuma e più inquina, ma che non ha voluto aderire al protocollo di Kyoto. Non si sente a disagio?Un po' sì. L'amministrazione Bush ha commesso un colpevole errore. Il problema è noto da tempo.Ce ne accorgemmo già dopo l'ultima guerra mondiale.L'anidride carbonica saliva e cercammo di capire cosa stava succedendo. Mettemmo sotto osservazione innanzitutto la Groenlandia. Dal 1975 il fenomeno cominciò a essere evidente e oggi anche gli scettici hanno dovuto convenire sulla relazione strettissima tra il global warming e le emissioni di CO 2 .L'Europa si muove, anche se con molte incertezze. Gli Usa erano fermi, ma Obama promette di cambiare registro. Può farcela?Di questo passo non può farcela Obama e non ce la farà nessuno. Né gli Stati Uniti, né l'Europa, né l'Italia. Rispetto all'entità del problema, quel che si sta tentando di fare, e che oltretutto non riuscite a fare, rappresenta un granello nel mare. E così facendo anche il semplice controllo della crescita delle emissioni è un obiettivo irrealizzabile. Perché anche se i Paesi industrializzati riuscissero a controllare il fenomeno a casa loro, e non è affatto detto che ci riescano, nel frattempo quelli in via di sviluppo moltiplicheranno comunque le loro emissioni. Diventeranno rapidamente i principali produttori di CO 2 , più che annullando qualunque sforzo dei Paesi più sviluppati.Uno scenario apocalittico. Cosa propone?La sola soluzione realmente praticabile:togliere dall'atmosfera questa quantità crescente di CO 2 che comunque sarà emessae seppellirla in modo sicuro.La corsa alle rinnovabili? Il nuovo sviluppo del nucleare?Obiettivi necessari e condivisibili. Ma nulla di tutto ciò servirà a risolvere il problema senza azioni di ben altra portata. Nella migliore delle ipotesi tutte le energie che non emettono anidride carbonica potranno raggiungere al massimo il 30% del fabbisogno energetico, coprendo solo una parte della crescita tendenziale della richiesta. Nulla potrà a medio termine rimpiazzare davvero i combustibili fossili. Ecco, ripeto, l'unica soluzione: la cattura dell'anidride carbonica....
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