giovedì 31 maggio 2012

L’Agenzia europea dell'ambiente: come rendere le città luoghi più piacevoli in cui vivere

Il rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (EEA) “ Urban adaptation to climate change in Europe” è il primo studio a livello europeo che fa il punto della situazione sulla vulnerabilità urbana ai cambiamenti climatici.
Secondo lo studio le migliori pratiche sono state in alcune città europee, tra cui Londra, Malmö, Łódź e Copenhagen.
E’ stato evidenziato che la maggiore vulnerabilità delle città, in cui risiede circa il 75% della popolazione europea, è insita nella composizione stessa delle aree urbane. Come primo esempio, la forte presenza di superfici artificiali e la scarsa presenza di verde determinano temperature più alte rispetto alle zone rurali e aumentano la percezione delle ondate di calore da parte dei cittadini.
In futuro la scarsità d’acqua, le inondazioni e le ondate di caldo saranno fenomeni sempre più frequenti e intensi, per questo gli amministratori dovrebbero investire quanto prima in misure di mitigazione. Infatti prima lo faranno minori saranno i costi.
Il report mostra come le politiche di adattamento non possano essere obiettivi locali ma richiedano azioni concertate a tutti i livelli politici. A tale proposito un ruolo fondamentale può essere svolto dall’UE con l’applicazione di politiche di sostegno coerenti.
Un primo passo in tal senso è stata la messa a punto della piattaforma web, recentemente inaugurata, European Climate Adaptation Platform Climate-ADAPT , che l’UE ha messo a disposizione sul sito dell’Agenzia europea dell'ambiente. Tale piattaforma vuole essere un supporto concreto per i politici a livello europeo, nazionale e regionale, al fine di garantire azioni concrete e mirate per fronteggiare i cambiamenti climatici e le loro conseguenze.

Un grano non OGM che resiste ai cambiamenti climatici

Un nuovo grano, tutto naturale, ottenuto grazie ad una serie di incroci. Analizzando la struttura genetica di alcune piante, infatti, gli scienziati hanno isolato un gene capace di aiutare la pianta a tollerare il sodio donandole la capacità di opporsi ai livelli troppo alti di salinità del suolo causati dai cambiamenti climatici. La notizia è arrivata proprio in occasione dell’ultima edizione della Giornata Mondiale della Terra ed è stata accolta con grande entusiasmo da esperti e climatologi internazionali poiché potrebbe risolvere una delle future piaghe legate alla produzione alimentare. Negli ultimi tempi, infatti il problema dell’eccessiva salinità del terreno si è diffuso al 20% delle superfici agricole mondiali, mettendo a rischio molte varietà di grano duro, cereale fondamentale nella dieta di molti popoli. Inaspettatamente, alcuni ricercatori australiani hanno messo a punto una “super varietà” di grano che ben si adatta a tali condizioni e che è in grado di aumentare la produzione del 25% rispetto alle varietà tradizionali. Tale scoperta spalanca le porte a una serie di ricerche più approfondite anche su altre varietà vegetali, indirizzando verso una lotta concreta contro la fame nel mondo.

lunedì 28 maggio 2012

Paolo Scaroni: Il rincaro del petrolio? Colpa del nostro stile di vita

Paolo Scaroni, l'ad di Eni, ha dichiarato, durante un convegno sul tema "Energia e politiche dello sviluppo", che il caro benzina dipende anche dal fatto che noi non riusciamo a farne a meno: consumiamo comunque così tanto che la benzina era e resta necessaria, quindi preziosa e costosa.
Ecco le parole di Paolo Scaroni:
"Ci lamentiamo per l'eccessivo costo della benzina?  Se il prezzo è considerato elevato, la colpa va attribuita al nostro stile di vita. Non siamo disposti, infatti, a rinunciare a nulla: ciò significa che il petrolio non ha raggiunto ancora un costo tale da essere ritenuto insostenibile e da provocare, quindi, un mutamento del nostro modo di vivere".
“È vero che sul prezzo del greggio influiscono speculazione e rischi internazionali, - ha continauto Paolo Scaroni - ma è altrettanto vero che l'Occidente non fa nulla per ridurre i consumi. In 20 anni il costo del petrolio è cresciuto di 10volte, eppure i consumi non sono calati affatto”.

giovedì 17 maggio 2012

Windowfarm: il giardino verticale per l’appartamento

E’ l’ultima frontiera del giardinaggio domestico fai-da-te: si tratta di Windowfarm, il primo giardino verticale che invece di essere appeso ai muri viene fissato direttamente alle finestre.
L’idea è semplice e di facile realizzazione.
E’ basata sui principi dell’ Hydroponic Gardening, metodo di coltivazione ‘indoor’ che massimizza gli spazi ridotti tipici degli appartamenti per sfruttarne il microclima. Il sistema è formato da una serie di bottiglie-vaso disposte a cascata, costantemente concimate e irrigate grazie ad un timer che attiva pompa e serbatoio, posti alla base.

Il sistema si rivela doppiamente intelligente: oltre ad assicurare nutrimento ed acqua ad intervalli regolari, recupera anche le sostanze non assorbite e le immette nuovamente in circolo.
Ideale per coltivare verdure fresche commestibili, il kit pronto all’uso viene venduto a circa 120 dollari, ma in alternativa è possibile costruirne una versione analoga e altrettanto efficiente seguendo alcuni piccoli suggerimenti. A tale proposito la piattaforma Community Gardening ospita “coltivatori alla finestra” da tutto il mondo ed è il luogo ideale per scambiare idee ed ottenere preziosi suggerimenti per i propri orti verticali.

giovedì 10 maggio 2012

La lampadina a led conviene: ecco perché

E’ vero, le lampadine a led sono costose, in media dai 30 euro a salire, ma hanno immensi vantaggi che vanno misurati e apprezzati nel tempo. Per prima cosa hanno una notevole durata, anche fino a 25-30 anni. Di imprescindibile importanza è la mancanza al loro interno di mercurio, estremamente tossico per la salute umana e di difficile e costoso smaltimento.
E come non badare al risparmio in termini di denaro?
Le lampadine a led, infatti, permettono un risparmio energetico imbattibile. Abbattono i costi della bolletta del 75-80%. Da non sottovalutare il risparmio in termini di CO2 che si attua grazie all'acquisto: 33 chilogrammi all’anno in meno rispetto a una lampadina a incandescenza da 60 watt.