venerdì 30 settembre 2011

A Milano una delle più grandi aree pedonali d'Europa

CityLife, il nuovo quartiere nato al posto dell'ex Fiera Campionaria di Mioano, è la più grande area pedonale di Milano e una delle maggiori in Europa. Nel verde, da percorre a piedi o in bicicletta, senza auto. In superficie, oltre ai percorsi pedonali, si snoda la nuova pista ciclabile che collega il Monte Stella al centro della città, uno dei Raggi Verdi che ridefiniscono la mobilità cittadina su due ruote.

Un sistema di viabilità sotterraneo permette lo spostamento in automobile all’interno del quartiere e il collegamento verso l’esterno. I parcheggi, tutti interrati, sono oltre 7mila e rispondono alle esigenze di residenti, visitatori, e di chi abita i quartieri circostanti. Dai parcheggi residenziali l’accesso alle abitazioni è facile, sicuro ed esclusivo.

La totale pedonalità dell’area rende CityLife in grado di superare progetti all’avanguardia come lo Strøget di Copenhagen o centri storici car-free come quello di Gent, nelle Fiandre.

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lunedì 19 settembre 2011

Controllo della temperatura per i dinosauri: erano a sangue freddo o a sangue caldo?

Il controllo della temperatura dei dinosauri oggi è possibile. Grazie all’analisi dei fossili, alcuni ricercatori del California Institute of Technology di Pasadena sono riusciti ad evincere la temperatura corporea dei grandi vertebrati estinti.
Il sistema, chiamato “degli isotopi aggregati” (clumped-isotope) e spiegato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), si basa sull'analisi della concentrazione di due isotopi rari - carbonio 13 e ossigeno 18 - che si trovano nella bioapatite, il minerale di cui sono formati denti, ossa e gusci d'uovo.
Questi isotopi pesanti tendono ad aggregarsi tra loro a temperature basse, mentre a temperature maggiori hanno una distribuzione più casuale. Partendo da questa constatazione, il gruppo guidato da John Eiler, docente di geologia al Caltech, ha definito la relazione tra concentrazione e aggregazione degli isotopi e temperatura corporea, rendendo possibile un sistema di conversione. Il margine d'errore, secondo i ricercatori, è al massimo di due gradi centigradi.
La prima fase della ricerca si è svolta su mammiferi e rettili viventi, così da confrontare i risultati ottenuti attraverso la nuova tecnica con le temperature corporee misurate tramite gli strumenti tradizionali. Una volta verificata la rispondenza, i ricercatori sono passati ad analizzare reperti di animali estinti, come un dente di mammut, i fossili di un antenato del rinoceronte risalente a 12 milioni di anni fa e quelli di un animale a sangue freddo della famiglia degli alligatori.
Ora gli studiosi del Caltech hanno cominciato ad applicare il metodo a uova e denti di dinosauro, per determinare una volta per tutte se questi animali erano a sangue freddo o a sangue caldo.
Questo nuovo tipo di misurazione geochimica ha il vantaggio di rilevare un’informazione indipendente dall’ambiente in cui questi minerali si sono formati, se non per la temperatura. Anche se il dato indica non la temperatura media del corpo dell’animale, ma quella della testa nel solo istante in cui gli isotopi si sono depositati.
(da Testonews: Controllo della temperatura dei dinosauri)

lunedì 12 settembre 2011

Un crostaceo in cima alle Alpi

Che ci fa un crostaceo in cima alle Alpi? È quello che si domandano gli studiosi, dopo che la scoperta pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Limnology ha creato una certa risonanza fra gli addetti ai lavori e non.

Il piccolo invertebrato Daphnia middendorffiana è un crostaceo di origine artica che vive in ambienti di acqua dolce e, solitamente, popola la tundra. Nel corso di una ricognizione ecologica finanziata dalla comunità europea, il ricercatore italiano Rocco Tiberti ne ha rinvenuto la presenza nei laghi del Parco Nazionale del Gran Paradiso, in particolare negli specchi alpini di Nivolet, Trebecchi (inferiore e superiore) e Lillet.

Ci si domanda come sia stato possibile per il crostaceo arrivare da così lontano e trovare le condizioni ideali per la sopravvivenza: le ipotesi suggestive e affascinanti di questo viaggio durato probabilmente intere glaciazioni sono per ora racchiuse nei risultati delle prime indagini effettuate su alcuni esemplari.

Di certo, nel cuore delle vette alpine il crostaceo prospera in ecosistemi in cui non sono presenti grandi predatori come, per esempio, il salmerino di fonte, un pesce introdotto artificialmente nei nostri laghi e che, quando presente, non lascia scampo alla Daphnia.

Insieme agli attesi risultati sulla filogenesi della varietà alpina della Daphnia, il dato sull'assenza del crostaceo negli ecosistemi alterati da specie aliene ha riacceso il dibattito sulla necessità di tutelare la biodiversità autoctona.

Grazie a un piccolo crostaceo artico sarà dunque possibile riportare l'attenzione sulla protezione dei delicati ecosistemi d'alta quota.

(da http://www.viridea.it/it/news_eventi/dettaglio_news_eventi_dal_mondo.asp?IDCommunication=339&IDGarden=0)