martedì 17 febbraio 2009

Londra, quanto inquinano i vip ecologisti

Si fa presto a dire verde. C’è chi adotta un albero a rischio d’estinzione a migliaia di chilometri di distanza e sente d’aver salvato la foresta amazzonica. L’impegno ecologista va di moda: rende molto in termini d’immagine e costa poche dichiarazioni altisonanti al momento giusto. A meno che qualcuno non si presenti alla porta a misurare vizi privati e pubbliche virtù, come è capitato alla rock star inglese Chris Martin, pizzicato dal quotidiano «Sunday Times» a predicare bene e non razzolare altrettanto. Martin, frontman dei Coldplay nonché marito dell’attrice Gwyneth Paltrow, è un campione dell’ambientalismo internazionale. Come l’illustre consorte, madrina della campagna americana per il risparmio energetico Act Green e tra le prime star a utilizzare cosmetici naturali, il cantante ha molto a cuore la riduzione di CO2, uno dei gas responsabili del surriscaldamento globale, al punto da compensare le emissioni prodotte per l’uscita dal secondo album del suo gruppo finanziando una piantagione di alberi di mango in India. Peccato che, secondo gli esperti della Irt Survey, la società di rilevazioni ingaggiata dal «Sunday Times», la casa della coppia, un bijou da 2,5 milioni di sterline (circa 2,7 milioni di euro) in Belsize Park, a Londra, disperda 1020 chilowattora di calore l’anno. E con l’energia di rinforzo, necessaria per non morire dal freddo, quell’immobile produca 265 chili di anidride carbonica, quanto un automobile di media cilindrata in un percorso di 1300 chilometri. I Martin in realtà sono in buona compagnia. Altri nove celebri ambientalisti inglesi, dal deputato liberaldemocratico Simon Hughes, responsabile dell’effetto serra, al vescovo della capitale Richard Chertres, non hanno passato la prova coerenza. Non che le loro abitazioni inquinino in maniera drammatica ma, per negligenza di manutenzione, sono più energivore (o al massimo equivalenti) di quelle qualsiasi di cittadini non particolarmente interessati a rendere il mondo un posto migliore. Inoltre, sostiene Steve Howard dell’organizzazione Climate Group, «muri a intercapedine isolanti sono un “lusso" che anche chi non guadagna molto può permettersi». Figurarsi una star. Prendete il sindaco della City, Boris Johnson, ciclista convinto e fedele alla causa ecologista tanto da offrire ai londinesi incentivi per isolare termicamente gli appartamenti. La sua magione vittoriana nel quartiere di Islington, la culla del New Labour, rilascia un extra bonus di 1388 kWh e 360 chili di CO2 l’anno. Un dato che ha mandato su tutte le furie il consigliere verde Janny Jones: «In questi casi bisogna essere credibili, deve mettersi in regola». La causa della perdita, rivela il Sunday Times, sarebbero gli infissi delle finestre troppo vecchi e irreparabili che avrebbero indotto il primo cittadino a cercarsi a breve una nuova sistemazione.Anche mister Hughes, con 471 chili di anidride carbonica sulla coscienza (1812 kWh), progetta di traslocare: «Sono consapevole che la casa deve essere riparata il prima possibile». La settimana scorsa ha annunciato un piano per rendere ogni dimora londinese «energicamente efficiente» nel giro di dieci anni. Dimenticando la sua. «Se non vado altrove provvederò», promette.Ad eccezione di Chris Martin, i cui portavoce hanno preferito non commentare, gli «spreconi» alzano le mani pescate nel sacco. «La proprietà ha duecento anni e possiamo intervenire in modo limitato», ammette sir David Attenborough, volto storico della Bbc e pioniere dei documentari naturalisti. (Da La Stampa)

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