mercoledì 4 febbraio 2009

La borsa delle emissioni

L'Unione Europea e l'America uniscono le forze per raggiungere l'obiettuvo comune, dice Il Sole 24 Ore

È notizia di questi giorni che la Commissione dell'Unione Europea propone agli Stati Uniti di creare un sistema transatlantico di scambio delle emissioni di CO2, sull'esempio della borsa dei diritti ad inquinare già creata in Europa, in un documento sulla lotta al cambiamento climatico, in preparazione della Conferenza di Copenaghen sul clima di *ne 2009. La proposta arriva mentre, con la nuova amministrazione di Barack Obama, gli Usa si preparano a voltare pagina nella politica contro il riscaldamento del pianeta, con una strategia molto più simile a quella molto attiva seguita dagli europei. Per certi versi la linea modernista del neoelette presidente sembra voler infrangere anche alcuni tabù ambientali da noi decisamente consolidati. Il documento raccomanda anche un aumento graduale degli investimenti mondiali per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, con l'obiettivo di portarli a 175 miliardi di euro per anno nel 2020, di cui 30 miliardi destinati ad aiutare i Paesi più poveri. Tra le fonti possibili di *nanziamento previste dalla Commissione, c'è anche l'introduzione di una somma per ogni tonnellata di CO2 emessa dai paesi sviluppati: la ‘tassa' che andrebbe da un euro a tre euro potrebbe generare un reddito di 13 miliardi di euro nel 2013 e di 28 miliardi di euro nel 2020, secondo l'esecutivo europeo. L'Unione europea è responsabile ogni anno dell'emissione di quattro miliardi di tonnellate di CO2, pari al 14% del totale. In testa ci sono gli Stati Uniti con 5,8 miliardi di tonnellate di CO2 e la Cina (5,1 miliardi).

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

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