lunedì 12 gennaio 2009

I negazionisti del clima

Dal Manifesto

Quelli che considerano il riscaldamento globale una bufala (su tutti spiccano gli intelligentoni del Foglio) prendono mezzo metro di neve a Milano come la prova provata che il clima non sta cambiando. «Signora mia, non c'è più l'effetto serra di una volta», ironizzano. Catafratti nelle loro certezze ottocentesche, sono impermeabili al fatto che le temperature e le precipitazioni di una sola settimana o di un solo mese sono fluttuazioni statistiche puntuali che non smentiscono una tendenza generale. E' dedicato a loro questo breve excursus tra le notizie battute dalle agenzie internazionali in meno di 24 ore, mentre sul Nord Italia nevicava.1) Secondo un rapporto riservato dell'esercito australiano, reso noto dal Sidney Morning Herald, il cambiamento climatico e l'innalzamento del livello del mare costituiscono il rischio maggiore per la sicurezza nel Pacifico. Nell'area si potranno innescare conflitti per il cibo, ma un po' in tutto il mondo lo stress ambientale funzionerà come un moltiplicatore dei rischi nei paesi fragili. Il punto più "caldo", se non si troveranno accordi preventivi, sarà l'Artico dove lo scioglimento dei ghiacciai darà il via a una furibonda corsa per accaparrarsi le riserve energetiche e i minerali custoditi nei fondali.2) L'agenzia spaziale giapponese annuncia che il 21 gennaio manderà in orbita un satellite per misurare la presenza di gas di serra (anidride carbonica e metano) sulla superficie terrestre e in atmosfera. «Per combattere il cambiamento climatico è necessario monitorare la densità dei gas di serra in tutto il globo», dicono gli scienziati dell'agenzia giapponese. Una volta al mese e per cinque anni (se non ci saranno intoppi o guasti) il satellite trasmetterà i dati rilevati in 56 mila località. Situate anche nei paesi in via di sviluppo, di cui poco si sa. La Nasa si prepara a lanciare entro l'anno una sua stazione orbitante per mappare la presenza nell'atmosfera dell'anidride carbonica.3) Un piccolo robot-sottomarino giallo (nessun riferimento ai Beatles) verrà calato sotto la piattaforma Antartica per raccogliere informazioni sull'innalzamento del livello degli oceani. L'aggeggino, alimentato a pile, costa svariati milioni di dollari. Dubitiamo che i due paesi che collaborano all'impresa - Usa e Gran Bretagna - butterebbero allegramente in fondo al mare i loro soldi, se non fossero preoccupati dallo scioglimento sempre più veloce dei ghiacciai. Il Panel per il clima delle Nazioni Unite prevede che entro il 2100 il livello dei mari si alzerà tra i 18 e i 59 centimetri a causa del riscaldamento globale, causato principalmente dai gas serra prodotti dai carburanti fossili.4) La crescita della Grande Barriera Corallina (al largo dell'Australia) ha toccato il punto più basso in 400 anni. Dal 1990 la calcificazione delle secolari masse porose coralline è diminuita del 13%. La colpa, secondo gli scienziati, è del riscaldamento globale e della crescente acidità dell'acqua marina. Il rallentamento della calcificazione della barriera corallina, che alimenta diversi organismi marini, avrà conseguenze sulla biodiversità.Se questo breve elenco non bastasse, consigliamo ai "negazionisti" la lettura del penultimo numero dell'Economist.La Bibbia del capitalismo, non dell'ambientalismo, dedica un report di 16 pagine allo stato di malattia del mare: acque acide, coralli che muoino, mucillagine che cresce, plastica infestante, scarsità di pesci... Il riscaldamento globale c'entra con quasi tutti questi disastri combinati dall'uomo.

Nessun commento: