lunedì 12 gennaio 2009

Il dietrofront di 650 scienziati «La Terra più calda? Una bugia»

Dal Corriere della Sera

Dice l'immaginario collettivo che non ci sono più le stagioni di una volta. Eppure il freddo e la neve di questi giorni sono un revival di inverni dimenticati. Dicono alcuni studiosi del clima che la temperatura del nostro pianeta è sempre più alta, che il 2008 è stato il settimo anno più caldo dal 1800. Ma esiste anche una seconda versione, di altri scienziati: la Terra, giurano, dal 1998 in poi si sta raffreddando, non è vero che l'uomo possa influire sui cambiamenti climatici e poi la temperatura globale registrata nel corso del 2007 è stata addirittura la più fredda del millennio.E allora? Andiamo dritti verso un surriscaldamento da catastrofe o ci stiamo preoccupando inutilmente?Certo, i continui allarmi sull'effetto serra e il riscaldamento globale evocano più scenari da inverni miti che giornate dal termometro in picchiata. E un inverno come quello appena cominciato va a nozze con le tesi dei negazionisti del cambiamento climatico e della responsabilità umana. Sono tanti: geologi, glaciologi, fisici, meteorologi, astrofisici, oceanografi, paleoclimatologi. 650 scienziati di tutto il mondo, così decisi nel loro dissenso da presentare al Senato americano (l'11 dicembre scorso) un dossier di 231 pagine sul «global warming ».Gli skeptical scientist provano a confutare con i loro studi la teoria dell'Ipcc, il gruppo di scienziati che alle Nazioni Unite si occupano delle ricerche sui cambiamenti climatici, che sostengono un'influenza umana del 90% nelle variazioni del clima e che i colleghi «ribelli» chiamano catastrofisti.«È il riscaldamento globale che provoca aumenti di biossido di carbonio nell'atmosfera, e non il contrario» è sicuro Andrei Kapitsa, geografo russo e ricercatore sui ghiacci antartici. «Io sono scettico, il riscaldamento globale è diventato una nuova religione» dice Ivar Giaevar, premio Nobel per la Fisica.

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

Nessun commento: