martedì 13 gennaio 2009

Se il "global warming" va sotto processo

Da Repubblica

Quella che stiamo vivendo in questi anni è una svolta indiscutibile nella storia del clima. Il pianeta si riscalda sempre di più. Il global warming è un processo complesso che non è certo rimesso in discussione dall´attuale ondata di freddo abbattutasi sull´Europa. La situazione di questi giorni - che per altro non è assolutamente eccezionale, visto che negli ultimi decenni abbiamo conosciuto periodi anche più freddi - è piuttosto il segno di un progressivo sregolamento climatico dovuto all´innalzamento globale della temperatura. Nel corso del secolo scorso la temperatura del pianeta è aumentata dello 0,6 per cento, con un margine d´errore dello 0,2 per cento. Forse non siamo ancora di fronte a una tragedia irreversibile, ma ciò non significa che non si debba intervenire. Anche perché non siamo assolutamente in grado di fare previsioni affidabili. L´unica certezza è il ruolo fondamentale svolto dalle attività umane nel processo che aggrava il riscaldamento del pianeta, riscaldamento che finora era solo di origine astronomica. E siccome la prossima fase di glaciazione sarà tra 50 mila anni, non possiamo contare sulla variabile astronomica per combattere la deriva del clima. La natura non può rimediare ai nostri errori, anche se alcuni fenomeni sembrerebbero indicarlo. Ad esempio, secondo alcune ricerche, lo scioglimento dei ghiacci polari dovuto al riscaldamento climatico metterebbe in moto un processo naturale in grado di combattere l´effetto dei gas serra. Si tratta solo di un´ipotesi, che se fosse confermata mostrerebbe quanto possa essere imprevista l´evoluzione climatica. Sapere che la natura sa reagire, non dovrebbe però spingerci all´attendismo. Invece, forse inconsciamente, coltiviamo tutti l´illusione che la natura sia capace di ristabilire da sola il proprio equilibrio. La pensiamo come una realtà indistruttibile e tale percezione diventa un alibi per non agire e addirittura per non rispettare gli impegni già presi. Si pensi ad esempio al protocollo di Kyoto, che finora non è riuscito a ottenere i risultati auspicati. I gas serra dovevano diminuire e invece tra il 2005 e il 2007, la Spagna ha aumentato le emissioni di gas serra del 53 per cento, il Portogallo del 43 per cento e l´Irlanda del 26 per cento. Per non parlare dell´impatto sull´ambiente delle cinquantadue centrali a carbone messe in cantiere dalla Cina. Insomma, nonostante gli accordi di Kyoto, la situazione si degrada, forse perché le popolazioni non percepiscono ancora le trasformazioni climatiche come una vera minaccia.Quando si parla del riscaldamento del pianeta si dimentica spesso che le maggiori conseguenze di tale situazione ricadranno sui paesi più poveri, per i quali l´ecologia è un lusso insostenibile. Quando non si sa come nutrire i propri figli, non ci si preoccupa certo del riscaldamento climatico e si cerca solo di sopravvivere. Anche nei paesi occidentali, a pagare saranno soprattutto le popolazioni più fragile, vale a dire i bambini, gli anziani, i malati e i più poveri. Questa vulnerabilità però non è quasi mai presa in considerazione, rimuovendo quindi le conseguenze concrete prodotte dai cambiamenti climatici, conseguenze che saranno una vera e propria tragedia per moltissime persone.

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