venerdì 23 gennaio 2009

Ambiente, «Lontani gli obiettivi Ue»

Analisi McKinsey sulla direttiva 20-20-20 pubblicata dal Sole 24 Ore

Gli obiettivi del pacchetto clima ed energia della Ue, il cosiddetto «20-20-20», non saranno raggiunti. Anche immaginando tutti gli interventi possibili, perfino ipotizzando che entro una dozzina d'anni siriesca nell'improbabile impresa di avviare un primo reattore nucleare (la produzione di elettricità con centrali atomiche non emette anidride carbonica), nel 2020 l'Italia continuerà a diffondere nell'aria circa 45 milioni di tonnellate di CO2 di troppo. In cifre: 524 milioni di tonnellate emesse contro le 480 tonnellate massime chieste dall'Europa. Emerge da uno studio realizzato dalla McKinsey, commissionato da Enel e presentato ieri a Roma al convegno «Il contributo dell'Italia nella lotta al cambiamento climatico» organizzato da Confindustria.Quale la ricetta? Ovviamente, a un problema complesso non si risponde con una soluzione semplice come quella individuata dall'Unione europea.Soluzione semplicistica in stile Bruxelles: creare vincoli, bastonare le facili emissioni delle centrali elettriche e dei settori ad alta intensità di energia. Un contributo verrà dal nucleare (dice Simone Mori dell'Enel) e dalle nuove tecnologie di cattura delle emissioni. Ma si otterrebbero effetti migliori – conferma Edoardo Zanchini della Legambiente – lavorando sulle case degli italiani (25 milioni di tonnellate di CO2 in meno) per dare loro un isolamento termico migliore e caldaie più efficienti, oppure con automobili e camion che consumano meno carburante (25 milioni di tonnellate in meno nel settore dei trasporti). «Noi abbiamo sostenuto la detrazione fiscale del 55% per le case efficienti», ricorda Andrea Moltrasio, vicepresidente per l'Europa della Confindustria, e «quell'esperienza ci conferma che il vero strumento è l'incentivazione, invece delle tasse. Questo serve ad accelerare un comportamento che comunque il mondo farà tramite l'innovazione tecnologica».In effetti, il mondo vede più avanti di Bruxelles. Come nel caso del nuovo programma climatico degli Usa tratteggiato da Barack Obama: «Per non perdere il treno internazionale trainato dagli Stati Uniti la Ue deve subito utilizzare la clausola di revisione nel pacchetto clima ed energia », avverte Corrado Clini, direttore generale del ministero dell'Ambiente che da anni lavora con gli stessi esperti Usa oggi al vertice dell'Amministrazione Obama.

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