Sabato scorso si è svolta su tutto il pianeta il Global Day of Action, giornata mondiale dell’attivismo sul tema della lotta ai cambiamenti climatici. Giunta alla sua terza edizione, si è trattato di una chiamata globale a manifestare tramite iniziative, manifestazioni, incontri, e qualsiasi altra forma di espressione e di attivismo, l’urgenza del mondo di dare una risposta determinata alla questione climatica.
Il GAD nasce nel 2005, in occasione della conferenza ONU di Montreal sui cambiamenti climatici, con l’idea di sfruttare le potenzialità di coordinamento del Web per far giungere alle discussioni politiche e diplomatiche una voce unitaria globale contro le emissioni di gas serra e per una politica seria ed efficace in tema di efficienza.
Come negli anni scorsi, anche in questa edizione l’occasione è la conferenza annuale dell’Onu, quest’anno a Poznan, in Polonia, sul tema dei cambiamenti climatici, in vista della conferenza di Copenaghen del 2009 che stabilirà quali saranno gli accordi globali sul clima che prenderanno l’eredità del protocollo di Kyoto.
Il Global Action Day 2008 ha reso possibile sincronizzare eventi e iniziative che si sono svolti in quasi 100 paesi del mondo. Migliaia di manifestanti, ad esempio, hanno riempito le strade di Londra in una “Marcia Nazionale per il Clima” organizzata dalla “Campagna Contro il Cambiamento Climatico” inglese.
In India era prevista un’edizione speciale del Live Earth, cancellata però all’ultimo a seguito dei drammatici eventi di Mumbai, città che avrebbe dovuto ospitare l’iniziativa.
In Italia la risposta all’invito del GAD è arrivata soprattutto da Greenpeace. Moltissimi suoi volontari hanno messo in atto una singolare iniziativa in 25 città italiane, da Roma, a Torino, a Milano a Venezia: con un nastro, hanno misurato e segnato i limiti delle rispettive città dove è previsto potrebbe arrivare il livello del mare già dal 2040 se non si agisce seriamente contro i cambiamenti climatici.
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