T amburi per dire Sos al mondo: salvate l’A- mazzonia. Si è aperto ieri con un passaggio di testimone molto particolare tra Africa e America Latina all’Escadinha, il nono Forum sociale mondiale. Dipinti di nero e rosso hanno sfilato i rappresentanti di 60 popoli indigeni. Dopo Nairobi a Belèm, nel cuore dell’Amazzonia, che per 4 giorni diventa capitale planetaria della difesa dell’ambiente e della lotta alla povertà. Sono convenuti in città da tutto il globo almeno 120mila attivisti in rappresentanza di associazioni, ong, sindacati e chiese. Domani, fuori dai programmi ufficiali, pure un vertice tra capi di Stato latinoamericani, con il presidente Lula, il caudillo rosso del Venezuela Hugo Chavez, l’ecuadoriano Correa, l’ex vescovo Lugo, presidente del Paraguay e il boliviano Evo Morales. In forse la presidentessa cilena Michelle Bachelet. Previste imponenti misure di sicurezza e favelas blindate. Al centro le ultime dichiarazioni di rilancio ambientalista del nuovo presidente Obama, la crisi globale e le proposte di rilancio economico del continente sudamericano.Ma ieri sera sono stati protagonisti con i loro colori e le loro lotte i popoli indigeni, con un rituale condiviso tra le oltre 60 differenti nazioni della terra. Il popolo che vive nella foresta e sul grande fiume ha preso la testa del corteo invitando gli almeno 120mila partecipanti a camminare insieme con bandiere e striscioni. Ha sfilato anche la Chiesa di Belèm dietro l’arcivescovo Orani Tempesta.«È molto importante per noi – spiega – che riflettori si accendano su questa metropoli dell’Amazzonia che ha due milioni di abitanti. Per denunciare i molti problemi della regione, penso ad esempio alla disuguaglianza sociale, alla povertà minorile, alla sfruttamento selvaggio del suolo amazzonico, alla miseria e allo sfruttamento del popolo del fiume». Il dramma dei bambini di strada è in aumento.La Chiesa è in prima fila con i suoi progetti e i volontari per aiutare 95mila bambini minori di sei anni in 1900 comunità, 5600 gestanti e 67mila famiglie in condizioni di povertà e miseria. La Cei ha finanziato un centro di recupero e inserimento professionale nella parrocchia di Sant’Edvige.Va denunciato il dominio mafioso dei latifondisti sulla foresta, l’attività estrattiva e gli indios. Lo Stato del Parà, che ha per capitale Belèm, è terra di violenza con 212 omicidi negli ultimi anni di attivisti, sindacalisti che lottavano contro la corruzione e denunciavano lo sfruttamento umano e ambientale da parte dei proprietari terrieri. Sulla lista nera dei fazenderos ci sono finiti anche religiosi e componenti della commissione patronale della terra della Chiesa brasiliana. Come suor Dorothy, uccisa nel 2005 nel Parà, alla quale il Social forum ha dedicato una tenda che ospiterà dibattiti. La tenda apre oggi i battenti, nella giornata Pan-Amazzonica dedicata ai 500 anni di resistenza, conquiste e prospettive delle popolazioni indigene ed afrodiscendenti. Tra i temi, cui contribuisce anche la Chiesa brasiliana e la Caritas latinoamericana, quello sui cambiamenti climatici e giustizia ambientale, su diritti umani, lavoro, migrazioni. E, ancora, territorio, identità, sovranità alimentare.
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