giovedì 22 gennaio 2009

Biodiversità marina, è allarme

Sollecitata dalla perdita globale di biodiversità, la comunità internazionale sta incoraggiando la tutela degli ecosistemi terrestri e marini. Le aree protette nel mondo si sono ampliate significativamente negli ultimi anni, fino a raggiungere i circa 20 milioni di chilometri quadrati del 2006 - una superficie doppia rispetto a quella della Cina. Tuttavia, non sempre le aree sottoposte a tutela sono gestite con efficacia ai fini della conservazione ambientale. E solamente un decimo di queste aree coprono ecosistemi marini, a dispetto del loro ruolo fondamentale nella protezione della fauna ittica e degli ambienti costieri. Non deve quindi stupire che, sebbene le aree protette si estendano progressivamente, non accenna a rallentare il ritmo dell'estinzione di specie animali e vegetali o il declino di specifiche popolazioni. Occorrono sforzi senza precedenti per conservare in modo sostenibile gli habitat, gli ecosistemi e le specie a rischio, se vogliamo raggiungere l'obiettivo di ridurre significativamente il tasso di estinzioni di qui al 2010. Sono esposti a particolare pericolo le popolazioni ittiche di tutto il pianeta, ed è urgente una immediata cooperazione tra gli Stati per salvare i pesci in via di estinzione e frenare lo spopolamento di singole specie. Dopo decenni di sfruttamento selvaggio delle risorse, la quota di banchi di pesce spopolati, sovrasfruttati o in via di recupero si è oggi stabilizzata al 25% rispetto agli anni Novanta. Ma sono sempre meno i banchi sfruttati sotto la soglia di allarme: se nel 1975 il 40% dei banchi erano considerati sostenibili, oggi tale proporzione è calata al 22%. (tratto da www.unicef.it)

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