Da repubblica
Il cambiamento climatico scaccia la nebbia. In Europa la foschia batte in ritirata da trent´anni e questo elemento ha a sua volta contribuito ad accelerare il processo di riscaldamento globale, dando un contributo agli innalzamenti di temperatura verificatisi nel Vecchio continente in questo lasso di tempo, che è stato stimato tra il 10 e il 20 per cento. La tesi è stata pubblicata sulla rivista "Nature Geoscience", ed è firmata da Robert Vautard, del Commissariato per l´Energia Atomica di Gif sur Yvette, in Francia. Gli esperti hanno esaminato i dati di 342 stazioni meteorologiche in Europa e hanno visto che gli episodi di visibilità ridotta (da zero a otto metri) sono diminuiti negli ultimi trent´anni. Poiché la nebbia riduce la radiazione solare che raggiunge la superficie terrestre, spiegano gli autori del lavoro, la maggior trasparenza dell´aria potrebbe aver causato un aumento delle temperature. I ricercatori hanno stimato che la riduzione della nebbia in Europa potrebbe aver contribuito per il 10-20 per cento al riscaldamento del continente, con punte del 50 per cento per l´Est Europa. La diminuzione della nebbia riguarda anche l´Italia, e soprattutto la pianura padana, dove il fenomeno è calato del 30-40 per cento rispetto al trentennio ´60-´90. Questa riduzione, però, secondo Giampiero Maracchi, direttore dell´Istituto di biometeorologia del Cnr di Firenze, «non ha contribuito ad aumentare il riscaldamento globale, di cui è semmai conseguenza».
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