venerdì 31 ottobre 2008

L'ecatombe dei fiori di Henry

Tra letteratura e scienza - Una ricerca pubblicata su Pnas lancia l'allarme, dice Il Sole 24 Ore : in soli 150 anni il 27% delle piante erbacee si è estinto e un altro 35% è ad alto rischio

Sono passati 150 anni da quando lo scrittore Henry David Thoreau passeggiava nella campagna del Massachu-setts, lungo il fiume Concord. Oggi però i prati fioriti che hanno ispirato lo scrittore americano non sono più quelli di un tempo: un terzo delle specie di fiori si sono estinti, mentre quasi un quarto delle altre piante erbacee sono a rischio di estinzione. Questo è il risultato di una ricerca condotta da un team di botanici delle Università di Harvard e Boston nei territori prediletti di Thoreau. Secondo loro il colpevole di questa ecatombe è ancora lui: il cambiamento climatico.Thoreau (1817-1862) è originario di Concord, una regione di laghi e colline boscose nel Massachusetts. Tra il 1845 e il 1847 lo scrittore passò due anni in isolamento sulle sponde del lago Walden. Voleva dimostrare come l'uomo moderno potesse sopravvivere con mezzi semplici a contatto con la natura. In seguito Thoreau pubblicò un saggio che è diventato un riferimento per generazioni di ecologisti: "Walden, ovvero vita nei boschi". L'opera celebra infatti l'abbandono dei beni materiali e un intimo contatto con la natura.Per i biologi però Thoreau era più di uno scrittore. Era anche uno scienziato. Thoreau aveva infatti studiato scienze all'Università di Harvard e durante le sue escursioni tra i campi fioriti intorno a Walden aveva iniziato un importante inventario di botanica. L'inventario è stato poi aggiornato in epoche successive, fino a ora. Forse però Thoreau non si sarebbe immaginato che in un secolo e mezzo il 27% delle specie di fiori si sarebbero estinte, mentre il 36% di piante erbacee sono a un passo dall'estinzione. Questo è il risultato di una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica «Proceedings of the National Academy of Science» (Pnas) da un team di biologi guidati da Charles Davis dell'Università di Harvard.Davis presenta i risultati di uno studio condotto su 473 specie di fiori. «Walden è molto cambiata in 150 anni – dice il biologo –. Ma il 60% della regione è sotto tutela e si è mantenuta integra ». E quindi, secondo il team, la causa della scomparsa di queste specie non è l'urbanizzazione ma il cambiamento climatico. A Concord la temperatura media annua è aumentata di ben 2,4ÚC in unsecolo, e la fioritura è anticipata di almeno una settimana dai tempi di Thoreau. Questo spiegherebbe l'estinzione di molte specie erbacee. Secondo Davis, infatti, le piante che hanno adattato la loro fioritura a un anticipo di stagione stanno avendo la meglio rispetto a quelle che non sono in grado di tenere il passo con il rapido riscaldamento del clima. Tra le prime vittime ci sono le orchidee e le campanule.Secondo Davis un nodo del problema sarebbe l'interazione tra piante e insetti impollinatori. Davis spiega infatti che una delle cause principali dell'estinzione di queste piante potrebbe essere la mancanza di insetti che diffondono il polline. Insetti che oggi hanno anticipato la loro attività rispetto a 150 anni fa, e che quindi favoriscono le piante che fioriscono prima. Qualcosa sta cambiando, dunque, nel regno vegetale. Gli studi sul cambiamento climatico e la diffusione globale dei vegetali si moltiplicano di anno in anno, dice Davis. Una di queste per esempio, è stata pubblicata in estate sulla rivista «Science», e mostrava che nelle Alpi diverse specie erbose sono risalite lungo i pendii alla velocità strepitosa (per delle piante) di 30 metri per decade. Mentre, spiega Davis, altri studi mostrano il movimento di specie temperate verso le regioni artiche.Triste destino, dunque, per quei fiori che continuano la loro maturazione con la stessa scadenza che avevano ai tempi di Thoreau. E chissà se il grande scrittoreecologista americano sarebbe ancora oggi ispirato dai boschi di Concord, come lo fu un secolo e mezzo fa.

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