martedì 28 ottobre 2008

Anno 2100, sette metri e mezzo sotto i mari

Giunge da Potsdam (Germania) una nuova stima sul futuro innalzamento del livello delle acque terrestri, condotto dall’Istituto per la Ricerca sull’Impatto Climatico (Pik). I dati sino ad ora pubblicati nel rapporto del Panel Intergovernativo sul Mutamento Climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite - presentato nel febbraio 2007 - sono inesatti, poiché non tengono minimamente conto di alcune variabili sino ad ora sottovalutate - rivelano i ricercatori tedeschi. “Dovremmo prepararci per un innalzamento dei livelli dei mari di un metro durante questo secolo” ha chiarito alla stampa internazionale il direttore del Pik, c; il centro di ricerche ha difatti rilevato un raddoppiamento e addirittura un triplicamento del tasso di scioglimento dei ghiacciai himalayani e della calotta della Groenlandia. Due terzi dei ghiacciai dell’Himalaya, secondo questo studio, hanno subito e stanno subendo pesantemente gli effetti del riscaldamento globale, fenomeno aggravato dalla “nube marrone” che avvolge l’Asia Orientale. Questa nuova, terribile minaccia consiste in una nuvola tossica composta da inquinanti spesso incombusti che provocano - mediante il deposito di particelle carboniose sui ghiacciai - un’innaturale deficienza di riflessione, che induce un assorbimento maggiore dei raggi solari con conseguente rapidità di scioglimento delle riserve acquifere gelate custodite sulla più grande e imponente catena montuosa del pianeta.La liquefazione di questi antichissimi ghiacciai innescherà un effetto a catena che andrà ad alimentare la portata di grandi fiumi asiatici come Gange, Brahmaputra, Indo, Salween e Mekong, sulle cui rive vive oltre un miliardo di persone. L’Ipcc non ha tenuto conto di queste emissioni di gas a effetto serra provocate del grande sviluppo dell’economia cinese, prevedendo – erroneamente - un innalzamento del livello dei mari solo tra i 18 e i 59 centimetri entro il 2100. Schellnhuber avverte, inoltre, che limitare le emissioni in metropoli come Pechino per cercare di pulirne l’aria, paradossalmente, potrebbe aumentare le temperature globali invece di ridurle, a causa del calo del volume di particelle ’sporche’ nell’aria, che contribuiscono a proteggere la Terra dal Sole. L’Istituto d’economia mondiale rileva, in aggiunta, un aumento del 3,5% annuo – triplicato nell’ultimo ventennio - del tasso di emissione di Co2, principale responsabile del surriscaldamento globale, causato dal boom economico, come si è detto, di paesi emergenti quali Cina e India. “Nonostante sia sempre difficile fornire cifre certe da queste stime, continuano a uscire numeri importanti che rafforzano la serietà del problema al di là del numero preciso” - chiarisce il direttore del Centro Euro-Mediterraneo per i cambiamenti climatici, Antonio Navarra. “Nel caso tutta la calotta della Groenlandia si sciogliesse - ha aggiunto il portavoce dell’Istituto di Potsdam - l’innalzamento dei mari, è stato calcolato, sarebbe di 7,5 metri”.Gli scienziati del Pik ritengono, infine, che l’uomo abbia, allo stato attuale, solo il 50% di probabilità di limitare a soli 2°C l’aumento globale delle temperature prima del 2100; questo - a patto che i piani messi sul tavolo dai Paesi del G8 per ridurre le emissioni di gas serra vengano realizzati - risparmierebbe alla Terra seri danni. (Da L'Opinione)

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