mercoledì 15 ottobre 2008

Cambiamenti climatici, milioni di persone a rischio

Fame, malattie e cambiamenti climatici: un legame sempre piu' stretto e che porta con se' drammatiche incognite, cui gli esperti del panel sul clima in seno alle Nazioni Unite (Ipcc) hanno cercato di dare una prima risposta. Ma le loro proiezioni lo hanno confermato: malnutrizione ed epidemie aumenteranno con l'acuirsi degli effetti del surriscaldamento del pianeta e avranno ripercussioni negative su milioni di persone. Partono da qui le riflessioni del seminario 'Cambiamento climatico e impatti sanitari su cibo, acqua e nutrizione', che apre la settimana di iniziative alla Fao per la 'Giornata mondiale dell'Alimentazione', dedicata quest'anno proprio al tema del cambiamento climatico e della bioenergia. L'incontro e' organizzato da Organizzazione mondiale della sanita' ufficio Europeo (Oms Europa), Autorita' europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dalla Fao, in collaborazione con il ministero del Lavoro, Salute e Affari sociali. Anche se in Europa tutti saranno colpiti, non lo saranno nello stesso modo. Il cambiamento climatico puo' peggiorare significativamente le disuguaglianze nello stato di salute tra Paesi e all'interno degli stessi, e creare ulteriore pressione sui piu' poveri (secondo l'Oms gia' oggi oltre 60 milioni di persone in Europa dell'est vivono in assoluta poverta'). Non solo. Gli esperti hanno stimato che entro la fine di questo secolo il costo globale del cambiamento climatico potrebbe arrivare al 5 per cento del Pil. Una minaccia "reale", hanno sottolineato dal seminario, che rischia di annullare i progressi ottenuti verso il raggiungimento degli Obiettivi Onu del millennio: la poverta' non puo' essere eliminata, mentre il degrado ambientale inasprisce la malnutrizione e le malattie trasmesse da acqua e cibo. Per questo, hanno ammonito dalla Fao Marc Danzon, direttore regionale Oms per l'Europa, "di fronte a quello che sappiamo sulle serie minacce poste dal cambiamento climatico alla salute, la questione oggi non e' se un'azione di sanita' pubblica sia necessaria ma quale azione intraprendere e come". Occorre al piu' presto, ha aggiunto, "garantire acqua pulita e igiene, alimenti sicuri e in quantita' adeguate, sorveglianza delle malattie e risposta, preparazione alle emergenze". E inoltre serve "sensibilizzare gli operatori sanitari sulle malattie legate al cambiamento climatico -ha continuato- fornire un'informazione accurata e tempestiva ai cittadini; stimolare all'azione i settori in cui la riduzione delle emissioni puo' produrre effetti benefici per la salute. Prima agiremo, maggiori saranno i benefici e minori i costi".Per contribuire a proteggere la salute dei consumatori, ha spiegato il direttore esecutivo Efsa, signora Catherine Geslain-Laneelle, "l'agenzia europea e' pronta a valutare i rischi futuri nella catena alimentare e ha gia' fatto numerosi passi in avanti in questo senso, creando ad esempio un dipartimento dedicato ai rischi emergenti". (fonte: Agi)

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