giovedì 16 ottobre 2008

La Maddalena, arriva la eco-rivoluzione sulla ex base Usa

Dopo 35 anni bisogna ripensare l’isola, i suoi nuovi spazi, progettare una nuova economia, per anni addomesticata e frustrata dalla servitù militare. Dodici studenti dell’Università del Massachussetts sono stati affiancati da 15 studenti del 5° anno di architettura dell’Università di Cagliari nel progetto back to Maddalena, messo insieme da Stefano Boeri, architetto e docente al Politecnico di Milano e quest’anno professore a Boston. Gli studenti hanno lavorato divisi in cinque gruppi, e su diverse angolazioni: la riva, le strutture ricettive, la marineria…entro 100 giorni ad Harvard si comporrà il mosaico per presentare una proposta completa, corredata da studi di fattibilità, a disposizione delle istituzioni locali.«Siamo amici degli americani - disse il governatore Renato Soru all’inizio del mandato - ma vorremmo ospitarli come turisti e non come soldati». Fu il giro di boa e questi ragazzi sono la fine e l’inizio della stessa storia, un anno dopo la partenza tutt’altro che struggente della Emory Land, la nave appoggio dei sottomarini da caccia dotati di armamento nucleare, capaci di sferrare attacchi contro obiettivi lontani tremila chilometri. E poi siluri, mine, missili. Questo ha covato sotto la Maddalena, per 35 anni, dal 2 agosto 1972, quando la Uss Fulton ormeggiò, onorando accordi segreti, rimasti nella sostanza sconosciuti ai cittadini italiani. Altre cose non si sono mai sapute: le gallerie di Santo Stefano, che s’addentrano segrete come caverne, hanno incuriosito gli studenti: munizioni? Armi? Adesso sono arrivate le autorizzazioni per vederci dentro, e si potrà sapere.Gli studenti sono stati in Gallura e in Costa Smeralda per conoscere l’architettura locale e fornire idee armoniche e pratiche. Cosa ci farebbero alla Maddalena? «Mi ci farei la casa», scherza Giame Meloni, infradito alla moda. «Il progresso è solo un mito» per Simon Bussiere, cravatta sfoderata per la foto di fine corso, candidate for the Master in Landscape Architecture (è scritto nel biglietto da visita che diffonde con personalità: aspirante architetto paesaggista): «Bisogna far poco e non certo un campo di golf: non diventi Porto Cervo». «Non lo saremo mai - risponde il sindaco Angelo Comiti, che ha ospitato i ragazzi con entusiasmo e spirito critico - perché questo è un paese vero, di 11 mila abitanti, una comunità e non un via vai di turisti. Avevamo 3 mila soldati, i loro familiari, i loro soldi. Costretti alla monocultura economica, abbiamo accumulato un ritardo infrastrutturale enorme: in questo paradiso sono appena 1036 posti letto per turisti». Partiti i soldati, liberato l’arcipelago da quella servitù, l’amministrazione è imbrigliata dalla Marina militare (Ministero della Difesa), che gravita sul 40% del territorio isolano, «e tutto il demanio marittimo. Per le concessioni dobbiamo trattare col ministero...e poi vogliono usare i depositi nel sottosuolo affrancato dagli americani per stoccare i nuovi sistemi d’armi», lamenta Comiti, che vorrebbe mettere un punto e andare a capo, anche perché il calendario offre l’occasione: se la Maddalena d’ottobre è posto di belle speranze a luglio invece sarà scena per potenti. Il G8 si farà qua, è ormai certo, ieri sull’isola madre si sono visti esponenti del ministero della Difesa, anche se Berlusconi non voleva, perché il G8 all’arcipelago fu deciso dal governo Prodi (per superare l'isola “di guerra” con un appuntamento di “pace”). Preferiva Napoli, il premier, per confezionare uno spot mondiale: tutti sotto il Vesuvio ripulito. Bertolaso era alleato dei sardi per motivi logistici: la Maddalena si presta a un “naturale” filtro di sicurezza. Per l’arcipelago è un evento chiave: arriveranno 320 milioni di euro, andranno trasformati in opere per intercettare turisti “solidi”. «Sono fondi per le aree sottosviluppate - spiega Comiti - e ci giochiamo il futuro». Al posto dell’ex ospedale militare verrà l’Hotel a 5 stelle per i capi di Stato. Dove insiste l’arsenale -150 mila metri quadri di terreno - ci sarà posto per turismo, nautica, cantieristica. Magari qualcosa si concretizzerà dalle osservazioni degli studenti. Intanto, si va avanti spinti dal ponentino: i cantieri hanno assorbito gli operai appiedati dalla dismissione della base, in tutto sono ottocento già al lavoro, divisi in tre turni per tenere i cantieri aperti 24 ore su 24. Operosità che ha sovrastato le voglie propagandiste del premier. (Da L'Unità)

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