giovedì 18 settembre 2008

La risposta degli ecosistemi agli anni caldi

Interessante articolo pubblicato da Le Scienze

Piante e suoli agiscono come spugne nei confronti del biossido di carbonio atmosferico, ma una nuova ricerca condotta presso il Desert Research Institute - centro di ricerca interuniversitario legato all'Università del Nevada a Reno e all'Università dell'Oklahoma - e pubblicata sull'ultimo numero di "Nature" ha scoperto che un anno anormalmente caldo può quasi azzerare nei due anni successivi la captazione del gas in alcuni ecosistemi a prateria.
"Questo è il primo studio che traccia quantitativamente la risposta nella captazione e nella perdita di biossido di carbonio in un intero ecosistema durante un anno anomalmente caldo", ha detto Jay Arnone, che ha diretto la ricerca. "Le risposte ritardate per più di un anno sono un drammatico ammonimento sulla fragilità di ecosistemi che hanno un ruolo chiave nel sequestro del carbonio globale."
Lo studio, durato quattro anni, è stato condotto collocando all'interno di quattro enormi camere controllate zolle profonde di terreno originario dell'Oklahoma, con tecniche appositamente studiate per recare il minimo disturbo possibile a piante, arbusti, radici e batteri che vivono in quel suolo. All'interno di questi ambienti i ricercatori hanno riprodotto giorno per giorno i cambiamenti stagionali e meteorologici, dalla pioggia alla temperatura che che si verificavano in natura.
Durante il secondo anno in metà degli ambienti sono state riprodotte le temperature tipiche di un anno normale, mentre nell'altra metà è stato simulato un anno particolarmente caldo. Mentre negli anni successivi sono state ripristinate le condizioni normali. Nel frattempo venivano costantemente monitorati i flussi di biossido di carbonio, oltre a una lunga serie di altri parametri.
I ricercatori hanno così scoperto che gli ecosistemi esposti a un caldo anomalo mostravano una netta riduzione della captazione di biossido di carbonio sia nell'anno di calura, sia nei due anni successivi, fino a un terzo di quanto viene assorbito in anni normali.
"Questa notevole riduzione nella captazione netta di CO2 era legata, nell'anno caldo, principalmente alla minore produttività vegetale dovuta alla siccità, mentre il mancato completo ristabilimento della situazione negli anni successivi era dovuto a una stimolazione ritardata del rilascio di CO2 da parte dei microrganismi del suolo in risposta alle condizioni di umidità", ha spiegato Paul Verburg, coautore dell'articolo.
"Le nostre scoperte confermano che gli ecosistemi rispondono ai cambiamenti climatici in maniera molto più complessa di quanto ci si potrebbe aspettare sulla base delle ricerche e degli esperimenti tradizionali", ha concluso James Coleman, anch'egli membro del gruppo di ricerca

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