lunedì 29 settembre 2008

Cresce oltre ogni previsione l’anidride carbonica nell’atmosfera

Dall'Unità

L’emissione di carbonio in atmosfera da combustibili fossili è aumentata al ritmo del 3,5% annuo tra il 2000 e il 2007. Una velocità di crescita senza precedenti, addirittura quattro volte superiore a quella (0,9% annuo) fatta registrare nell’ultimo decennio del secolo scorso, tra il 1990 e il 1999. In termini assoluti, le emissioni annue di carbonio da combustibili fossili in atmosfera sono aumentate del 38% rispetto al 1990, passando da 6,2 a 8,5 miliardi di tonnellate. A queste emissioni bisogna aggiungere quelle derivanti dai processi di deforestazione - ancora attivi nelle foreste tropicali dell’America latina, dell’Asia e dell’Africa - pari a 1,5 miliardi di tonnellate di carbonio. In pratica, a causa delle attività umane, ogni anno in atmosfera vengono immessi 10 miliardi di tonnellate di carbonio, aggiuntivi rispetto a quelle del ciclo naturale.È anche per questo che cresce la velocità con cui l’anidride carbonica si sta accumulando in atmosfera: nel 2007 l’aumento è stato di 2,2 parti per milione (ppm)- superiore alla media del periodo compreso tra il 2000 e il 2006 (2,0 ppm per anno) e decisamente superiore alla media di accumulo dei venti anni precedenti (1,5 ppm per anno). Di conseguenza, la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera ha raggiunto nel 2007 il valore di 383 ppm. Una concentrazione superiore del 37% rispetto a quella di epoca preindustriale e mai raggiunta, sul pianeta, negli ultimi 650.000 anni e, probabilmente, negli ultimi 20 milioni di anni. Una condizione inedita per la specie umana e forse mai sperimentata da alcuna grande scimmia antropomorfa.Sono questi, in estrema sintesi, i dati del «Carbon Budget 2007» organizzati sulla base della migliore letteratura scientifica esistente e pubblicati nei giorni scorsi dal Global Carbon Project degli Stati Uniti. Sono dai dati piuttosto importanti. Perché da essi risulta che le emissioni antropiche di carbonio stanno aumentando a un ritmo superiore a ogni scenario previsto dall’IPCC, il gruppo di scienziati che segue le questioni dei cambiamenti climatici per conto della nazioni Unite. L’IPCC - e la gran parte dei climatologi del pianeta - trova infatti una correlazione stretta tra l’aumento dell’anidride carbonica e di altri gas serra in atmosfera e i mutamenti climatici, che stiamo già sperimentando e che potrebbero portare a un ulteriore incremento della temperatura media del pianeta compresa tra 2 e 6 gradi entro la fine di questo secolo. A cosa è dovuto questo deciso e, per certi versi, imprevisto aumento delle emissioni di carbonio? Secondo gli analisti del Global Carbon Project le cause sono tre, anche se hanno un peso diverso. La prima e la più importante, responsabile per il 65% dell’aumento delle emissioni, è la crescita dell’economia umana a scala globale (vedi scheda, ndr). In realtà, un buon 15% delle emissioni antropiche di carbonio in atmosfera è dovuto alla deforestazione.Una seconda causa, cui va attribuito il 17% dell’aumento delle emissioni antropiche, è costituita dalla crescita della «carbon intensity», ovvero dalle emissioni di carbonio per unità di ricchezza prodotta. La «carbon intensity» è un indicatore dell’efficienza della produzione. Da molti anni a questa parte questo indicatore tendeva a migliorare. Da qualche anno, invece, il sistema produttivo globale non solo non sta recuperando efficienza, ma la sta perdendo. A causa, soprattutto, della crescita impetuosa di alcuni paesi, ma anche - si pensi all’Italia - della incapacità di innovare e, soprattutto, di innovare in senso ecologico.Una terza causa, infine, non meno preoccupante certo più incontrollabile delle altre due è la perdita di efficienza dei sistemi naturali - in particolare degli oceani dell’emisfero meridionale - ad assorbire carbonio. Questa perdita di capacità è responsabile del 18% dell’incremento delle emissioni di carbonio.Questi dati parlano da soli. La realtà delle emissioni antropiche di gas serra risulta peggiore del peggiore scenario preso in considerazione. Il carbonio in atmosfera si sta accumulando a velocità superiore a ogni previsione. A Rio, nel 1992, l’umanità si era impegnata, con la Convenzione sul Clima, a stabilizzare le emissioni ai livelli del 1990 in attesa di abbatterle. Al contrario, le emissioni sono aumentate di quasi il 40%. Il Protocollo di Kyoto - che impegna pochi paesi a un piccolo taglio delle emissioni - non basta. Occorre un nuovo accordo, che coinvolga tutti. Da alcune settimane Ban Ki-moon, il segretario generale delle Nazioni Unite, insiste perché questo nuovo negoziato parta subito, entro il 2008. Alla luce di questi dati la sua fretta appare più che mai giustificata.

Nessun commento: