martedì 10 marzo 2009

Un inverno rigido ha rilanciato gli scettici del riscaldamento globale

Un paio di mesi di calcoli ininterrotti grazie alla potenza di due supercalcolatori. Un intero secolo di clima simulato: i cinquant´anni appena trascorsi e i cinquanta che ci attendono. Una risoluzione dettagliatissima, in grado di proiettare sul monitor del computer cosa accadrà da qui al 2050 al clima di piccole porzioni di territorio italiano. Quadrati di 30 chilometri per lato, più o meno come l´area compresa tra Melegnano, Binasco, Abbiategrasso e Milano. Uno scenario che conferma tutte le preoccupazioni espresse sino ad oggi sull´andamento e gli effetti del riscaldamento globale, con picchi estivi di calore sempre più violenti e frequenti a partire dal 2020.E´ il risultato dell´ultimo sforzo della ricerca italiana - dell´Enea in particolare - che verrà presentato oggi a Copenaghen in occasione del congresso convocato dall´Ipcc, l´organismo creato dall´Onu per capire e monitorare i cambiamenti climatici. Un appuntamento dal titolo «Summit of science for politics», essendo pensato soprattutto per fornire ai leader mondiali gli elementi scientifici più aggiornati in vista della decisiva scadenza di dicembre, quando si tenterà di trovare la difficile quanto indispensabile intesa in grado di prolungare il Protocollo di Kyoto oltre il 2012.Le cose che la scienza del clima ha da dire alla politica sono essenzialmente due. Primo: la situazione è decisamente più grave di quanto non pensassimo fino ad appena due anni fa, soprattutto perché anche la circolazione della Corrente del Golfo, che si riteneva fosse tutto sommato sotto controllo, rischia di impazzire. (da Repubblica)

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

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