mercoledì 11 marzo 2009

Pochi, isolati e senza fondi: il raduno dei "meteoscettici"

Oltre seicento persone, autoproclamatisi "meteoscettici", si sono date appuntamento in un hotel di Times Square per sfidare quella che è ormai diventata un´opinione scientifica e politica prevalente, secondo la quale l´umanità - a meno di non compiere delle scelte radicali in campo energetico - finirà per rendersi responsabile di un pericoloso livello di riscaldamento del pianeta. La Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici è una tre-giorni organizzata dall´Heartland Institute - un´associazione nonprofit che promuove la deregolamentazione e il libero mercato - che riunisce esponenti politici, attivisti conservatori, scienziati, un astronauta dell´Apollo e il presidente della Repubblica ceca, Vaclav Klaus. Obiettivo, opporsi a quanto annunciato dall´amministrazione Obama e dai legislatori democratici, che hanno promesso di far fronte al riscaldamento globale emanando leggi che prevedano la riduzione delle emissioni dei gas responsabili dell´effetto serra.I partecipanti all´incontro coprono un´ampia varietà di vedute in fatto di clima: alcuni di loro riconoscono un probabile contributo dell´uomo al riscaldamento globale, ma ritengono che le variazioni di temperatura non rappresentino un rischio impellente; altri attribuiscono il riscaldamento globale - cosí come le temperature più basse verificatesi negli ultimi anni - a mutamenti avvenuti nel sole o ai cicli oceanici. Alcune grandi società (come la Exxon Mobil), che in passato finanziavano l´Heartland Institute e altri gruppi che sfidano l´opinione prevalente in fatto di clima, hanno tagliato i propri contributi. Secondo il presidente dell´Heartland Institute, Joseph L. Bast, la cosa ha a che fare con motivi di immagine. Il raduno dell´Istituto, afferma, rappresenta l´ultimo bastione dell´onestà intellettuale in fatto di clima. «Le grandi società vogliono dare l´impressione di essere ecologicamente consapevoli in fatto di riscaldamento globale», ha detto Bast, aggiungendo che queste hanno mutato i propri sforzi di lobbying per poter dare un proprio «vantaggioso contributo alle nuove leggi in tema di ambiente».Punto focale del raduno del 2008 era stata la pubblicazione del rapporto "È la natura, e non le attività umane, a governare il clima". Quest´anno il raduno si incentra invece su una domanda più vaga: "Riscaldamento globale: è mai stata crisi?". Domenica sera Richard S. Lindzen, professore presso il Mit e scettico di lunga data, ha sferrato un violento attacco a quello che definisce il «movimento di allarmismo climatico». «Non esiste alcuna prova scientifica attendibile a sostegno dei modelli su cui i climatologi si basano per minacciare le disastrose conseguenze di un protratto riscaldamento globale», ha detto. Dal raduno di quest´anno mancano però alcune importanti personalità, come il fisico Russel Seitz, di Cambrige, Massachusetts, che lo scorso anno figurava tra i relatori. Seitz, che un tempo accusava gli ambientalisti di distorcere la climatologia, adesso mette in guardia sul rischio che i meteoscettici facciano altrettanto. John H. Christy, uno scienziato dell´atmosfera presso l´Università dell´Alabama che da molto tempo si dimostra pubblicamente scettico, dice di essersi tenuto lontano dai raduni dell´Heartland, per evitare di essere considerato «colpevole per associazione».Molti dei partecipanti all´incontro di Times Square raccontano che le divergenze di opinione e i dissensi sono minimi, e che la recessione globale e un sfilza di annate in cui si sono registrate delle temperature basse li aiuteranno a battersi contro la nuova politica energetica annunciata da Washington. «L´unico luogo in cui questa presunta catastrofe climatica si sta verificando è nell´ambito virtuale dei modelli realizzati al computer, e non nel mondo reale», ha detto Marc Morano, uno dei relatori - nonché portavoce del senatore James M. Inhofe (Repubblicano dell´Oklahoma) in fatto di tematiche ambientali.Il raduno è stato aspramente criticato da diversi climatologi. Ma Yvo de Boer, che dirige l´ufficio delle Nazioni Unite sul nuovo trattato globale che sarà firmato a dicembre a Copenaghen, ha dichiarato: «Non credo che quanto affermato dagli scettici debba rappresentare una scusa per rinviare ulteriormente» gli interventi volti a combattere il riscaldamento globale. E ha aggiunto: «Lo scetticismo è una buona cosa: è importante che la gente sappia che un dato tema viene messo in discussione». (da Repubblica)

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