lunedì 9 marzo 2009

Il buco dell'ozono? Può guarire

Clima, ambiente e riscaldamento globale. Come certificato dall’Organizzazione meteorologica mondiale, e confermato dall’Agenzia Spaziale Europea, nel 2008 il buco nell’ozono sull’Antartide ha superato l’estensione massima toccata nel 2007, raggiungendo 27 milioni di km quadrati. Sembra tuttavia esistere un rimedio al fenomeno, ed è forse il più inatteso, trattandosi del riscaldamento globale, che, secondo uno studio pubblicato dalla rivista Atmospheric Chemistry and Physics Discussion, mostrerebbe in questo caso un aspetto virtuoso. Gli autori, Qiang Fu e Yongyun Hu, docenti di scienze atmosferiche rispettivamente presso le Università di Washington e Pechino, analizzando i dati forniti dai satelliti e relativi agli anni dal 1979 al 2006, hanno scoperto una tendenza all’incremento della temperatura, a livello dello stratosfera, su ampie zone della regione polare antartica, durante l’inverno e la primavera. Il valore massimo di questo incremento, compreso tra sette e otto gradi, viene toccato nei mesi di settembre e ottobre (nell’emisfero sud del pianeta le stagioni sono rovesciate rispetto al nostro emisfero), ovvero il periodo dell’anno in cui il buco nell’ozono sull’Antartide tende a espandersi. Il calore penetra all’interno del vortice polare antartico, rendendolo instabile e impedendogli di mantenere le sue gelide temperature. Secondo gli studiosi, il fenomeno potrebbe accelerare la chiusura del buco nell’ozono, più di quanto facciano pensare previsioni meno ottimistiche, in quanto il modello da loro elaborato dimostra che essa è provocata dall’innalzamento della temperatura della superficie dei mari tropicali, a sua volta determinato dalle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. Basse temperature polari riducono infatti la formazione di nuvole polari stratosferiche, sulle quali hanno luogo diverse reazioni chimiche che coinvolgono il cloro antropogenico e sono all’origine della rapida distruzione dell’ozonosfera. (Fonte: panorama.it)

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