Parlare tanto di un futuro mentre il presente ci fa soffrire diventa inevitabilmente un rito scaramantico o un atto di fede. Anche se in questo caso non c´è nessuna prospettiva messianica. A meno che non si voglia mettere il pesante fardello di far apparire un messia sulle spalle del governo. Ad ogni modo, mentre per l´edilizia questo è l´anno della crisi, e proprio il governo studia come fare ripartire una delle macchine che fanno da traino a tutta l´economia, per architetti, urbanisti e altri addetti ai lavori il 2009 è il tempo di pensare le città del futuro. Tema principale a febbraio durante la fiera Made, Milano Architetttura Design Edilizia, ora si ripresenta, ma con protagonisti e, ovviamente, suggerimenti diversi, a Ecopolis (dal 1° al 3 aprile alla Fiera di Roma), che mette al centro la questione ambientale. Costruzioni e trasporti: due settori chiave per le città, sono anche tra le prime cause di inquinamento. Ed Ecopolis, anche se cerca risposte con ricchezza di spunti, novità (per esempio Free Duck, quadriciclo elettrico leggero per uso urbano di Ducati energia), curiosità (il più grande impianto fotovoltaico al mondo in thin film: 38 mila metri quadrati di tetti e padiglioni proprio al polo fieristico di Roma), resta imperniata proprio sulle città del futuro. Argomento all´apparenza per filosofi utopisti, futurologi alla Roberto Vacca e sceneggiatori di film onirico-avveniristici (dalla San Angeles di Blade Runner alla New York del 1997 che John Carpenter immagina nel 1981 proprio in 1997: Fuga da New York), sul quale invece si esibiscono con pragmatismo gli architetti. La relazione di apertura del convegno sul tema è di Alejandro Gutierrez, che ha avuto la fortuna di poter davvero progettare da zero un´intera città "verde": Dongtan, sull´isola Chongming alle porte di Shanghai, dove le case saranno tutte ecocompatibili e i trasporti funzioneranno solo con fonti energetiche rinnovabili. Architetto Gutierrez, il futuro delle città è il tema dominante di questo 2009. Non sarà che si costruisce con l´immaginazione nel futuro considerato che nel presente l´edilizia è quasi ferma?«L´importanza delle città adesso e in futuro riguarda motivi diversi dalla crisi. Per la prima volta nella storia più della metà degli abitanti vive nelle città, con un cambiamento radicale rispetto al passato, quando la gente viveva prevalentemente in aree agricole. Siamo diventati una razza urbana, quindi l´impatto di quello che si fa o non si fa nelle città sulla vita delle persone è fondamentale: un concetto apparentemente ovvio, ma non così evidente per quella parte di popolazione che non vive in città. In secondo luogo, le città sono le principali responsabili dei cambiamenti climatici e dei gas a effetto serra. Le persone che vivono nelle città hanno una maggiore disponibilità economica e sono impegnate ogni giorno in molteplici attività, dai viaggi tra casa e lavoro ai consumi di beni alimentari e risorse energetiche, alla produzione di rifiuti. Le città quindi da un lato sono colpevoli, ma dall´altro hanno la grande opportunità di modificare il funzionamento dell´economia e il cambiamento climatico. Innanzi tutto perchè sono entità relativamente semplici da un punto di vista amministrativo: è più semplice incidere su una nazione prendendo le decisioni giuste nelle sue città più importanti, piuttosto che agire a livello centrale e complessivo. Questa appare la strada ideale, ma occorre agire in fretta».Quali sono i problemi delle città che secondo lei vanno risolti per primi?«Il punto di partenza è considerare le città non come sistemi lineari di produzione e richiesta di beni, cultura, risorse, ma come sistemi circolari. Dobbiamo vedere le città come sistemi organici. Finora l´Occidente ha guardato alle città come consumatori di materie prime, che usano massicciamente, producendo grandi quantità di rifiuti. Pensare alle città come sistemi circolari significa pensare a come riutilizzare i grandi flussi di materiali e rifiuti all´interno del sistema urbano stesso, creando valore ed efficienza per l´economia e l´ambiente. Un esempio viene dalla Lombardia, dove in una fabbrica di automobili un imprenditore ha deciso di riciclare tutti gli scarti metallici delle macchine vecchie rivendendoli ad altre imprese per usi diversi. Un modo per dare ai rifiuti nuovo valore. In termini di sviluppo costruttivo, questo modo di pensare coinvolge tutti gli aspetti: le fognature e i rifiuti per generare energia, i materiali edili a basso consumo energetico e basso contenuto di anidride carbonica. Quindi non bisogna progettare per sistemi lineari, da una parte le fognature, dall´altra il sistema di approvvigionamento energetico, qui il progetto paesaggistico e là i trasporti: tutti gli elementi vanno sviluppati come un tutto integrato per generare efficienza». (Da Repubblica)
Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è ciò che l’Eni, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.
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