lunedì 23 marzo 2009
Addio branzino, resteranno calamari, alghe e meduse
Nel timore che i pesci vengano a mancare, si cercano sostituti altrettanto sani e nutrienti ispirandosi all'Oriente Meduse, alghe, calamari giganti: un giorno li porteremo in tavola al posto delle sogliole e del baccalà ? I biologi marini lanciano l'allarme: se la pesca selvaggia continua come in questi ultimi decenni, entro il 2050, il mare non avrà più pesce. Oggi, nel mondo se ne mangia in media 16,4 kg a testa l'anno (una ventina in Europa). Secondo la Food and Agricolture Organization le proteine del pesce forniscono, in media, un quinto delle proteine necessarie per l'alimentazione della popolazione mondiale. E la domanda cresce soprattutto in Occidente, essenzialmente per motivi dietetici: il pesce è per lo più ipocalorico, ha pochi grassi, poco colesterolo, molte proteine. Ma come faremo domani, se il mare non ci darà più pesce? «Non esistono alimenti del tutto insostituibili — sottolinea Andrea Ghiselli, dell'Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per Alimenti e Nutrizione, di Roma —. «Però il pesce non ha in natura sostituti identici. Se dovessimo farne a meno bisognerebbe integrare la dieta con combinazioni di cibi diversi. Per esempio, con alimenti ricchi di grassi vegetali, come oli, frutta secca tipo mandorle, nocciole. Con un po' più di carne per le proteine e per il ferro che contiene. Però il pesce è anche ricco di iodio, elemento non facilmente reperibile altrove».Biologi e chef di cucina creativa si stanno comunque scervellando per trovare nel mare possibili alternative altrettanto abbondanti, nutrienti e appetitose. Secondo un'indagine della rivista anglosassone NewScientist, pubblicata il 7 marzo, le promesse su cui puntare sono quelle creature del mare, che si stanno sviluppando rapidamente a causa di cambiamenti climatici, inquinamento, scomparsa di pesci predatori che finiscono nelle reti. Si inizia con le meduse comparse in grandi quantità in mari depauperati come Mediterraneo, Mar Nero, Golfo del Messico, Mare del Giappone. Ne esistono varietà di 2 metri di diametro. Tipiche della cucina asiatica, essiccate e salate, in Cina finiscono nelle insalate, in Giappone nel sushi, in Tailandia le mangiano ridotte in spaghetti. Vantaggi: hanno pochi grassi, molto rame, ferro, selenio, ma poche proteine (5% contro il 17-20% del pesce). (Dal Corriere della Sera)
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