problemi del sistema agricolo saranno da oggi sotto la lente della Confagricoltura per i tre giorni del Forum futuro fertile, organizzato, per il terzo anno consecutivo, dall'associazione a Taormina, in provincia di Messina. Al tavolo della tre giorni siciliana si alterneranno gli esponenti del mondo economico e agricolo. Alla ricerca di una soluzione per uscire dalla crisi economica che colpisce anche le imprese agricole. Aprirà i lavori nel pomeriggio l'intervento di Federico Vecchioni, presidente della Confagricoltura nazionale, al quale seguirà la relazione del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Quindi la prima sessione di lavori alla quale parteciperanno, tra gli altri il sottosegretario allo sviluppo economico, Adolfo Urso, il presidente della commissione agricoltura della Camera, Paolo Russo, il sottosegretario all'ambiente, Roberto Menia, il vicepresidente dell'Udc, Roberto Vietti, e Giuseppe Castiglione, presidente della provincia di Catania. La seconda giornata, domani, è quella più interessante. Nella prima sessione di lavori si parlerà di politiche europee e delle scelte dei paesi a partire dalla relazione che verrà presentata dall'economista Jacques Attali. Quindi l'intervista di Enrico Cisnetto al consigliere delegato e ceo di Intesa San Paolo, Corrado Passera. A seguire la presentazione della ricerca Astrid-Confagricoltura e gli interventi, tra gli altri, di Franco Bassanini, presidente Astrid e di Pier Ferdinando Casini, segretario dell'Udc. Nella seconda sessione mattutina, invece, si parlerà degli strumenti per le imprese trainanti con Fabio Cerchiai, presidente Ania, Corrado Faissola, presidente dell'Abi, Giorgio Guerrini, presidente della Confartigianato, Giuseppe Guzzetti, presidente delle Acri, Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio, e dello stesso Vecchioni. Nella sessione pomeridiana di domani, invece, si parlerà di agrindustria e rapporti tra imprese e università nel corso della quale interverranno, tra gli altri, Giovanni La Via, assessore all'agricoltura della Regione siciliana, Riccardo Riccardi, presidente della Banca della nuova terra, e Anna Maria Martuccelli, direttore generale della associazione nazionale bonifiche e irrigazioni. Sabato la chiusura dei lavori nella quale si discuterà del «pregiudizio della non conoscenza» con l'intervista di Bruno Vespa al premio Nobel Rita Levi di Montalcini. «Bassa crescita, flessione nei consumi, rischio di deflazione (che in Italia in effetti non c'è stata) e recessione dell'economia (che invece è arrivata, in Italia ed in Europa, con le sue dure cifre): in questo scenario sta tutta la prospettiva entro cui dobbiamo rilanciare l'economia», ha sostenuto Vecchioni. E il dibattito a Taormina partirà proprio dalla crisi alimentare mondiale. «Si può ancora parlare di crisi vera e propria?», si domanda il numero uno della Confagricoltura, «se siamo, forse, usciti dall'emergenza, restano le questioni di sempre. Mancano gli strumenti di regolazione dei mercati e, complice anche il cambiamento climatico, si accentuano gli squilibri domanda-offerta». «Confagricoltura», ha aggiunto, «conferma la sua vocazione di “sindacato di progetto” e proporrà la sua visione per investire e migliorare la redditività e l'efficienza dei vari comparti. Perché condizione per produrre è la competitività dei processi produttivi: che significa in poche parole conquistare quote di mercato e saperle mantenere». E la crisi può diventare uno strumento di crescita e di avvio di riforme strutturali «ma non con interventi spot», ha spiegato Vecchioni, «ma riforme che cambino assetto alle politiche del lavoro, che consentano di avere più innovazione e ricerca e meno burocrazia». Ma ci sono anche altre domande alle quale si tenterà di dare una risposta nel corso della tre giorni siciliana: «Come incentivare le energie rinnovabili?, quali filiere privilegiare? Fino a quando saremo costretti ad essere un paese senza Ogm (da coltivare) ma con tanti ogmi da importare (e mangiare)?». «L'agricoltura», ha concluso Vecchioni, «non è più quella di ieri, è forza nuova che garantisce e garantirà ancora sicurezza alimentare e sviluppo sostenibile». (Da MF Sicilia)
Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.
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