Articolo tratto da La Repubblica
L´unica certezza per il settore automobilistico sempre più in crisi in tutto il mondo è che i sussidi arriveranno. Sia negli Stati Uniti come in Europa. Il problema è che non sa ancora sotto che forma e in che misura. «Non abbiamo nessuna intenzione di vedere il settore auto andare a fondo». Così ieri, il portavoce del Partito Democratico al Congresso Nancy Pelosi, dopo le critiche arrivate sul mancato via libera al piano di sostegno a General Motors, Ford e Chrysler. Ora i tre "grandi" di Detroit hanno tempo fino al 2 dicembre per presentare un piano innovativo per «dire agli americani: dateci i soldi, li useremo bene», sempre per usare le parole della Pelosi. La quale ha specificato che il salvataggio dell´industria dell´auto non va interpretato come un «sostegno a vita».
Lo stesso accade in Europa. Dove il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes ha ammonito gli esecutivi che si stanno apprestando a varare provvedimenti a favore del settore: «Chiedo a tutti i governi - ha detto - di evitare la costosa trappola della corsa ai sussidi. Abbiamo tutti forti richieste di sostegno al comparto dell´auto, specialmente in Francia, Germania e negli Stati Uniti, ma i governi devono resistere a queste tentazioni». Per la Kroes, invece, i fondi devono servire per produrre auto più pulite: «Aiuti alla ricerca e lo sviluppo o all´ambiente, per esempio, avrebbero il doppio beneficio di aiutare l´industria e affrontare il problema del cambiamento climatico».
Di sicuro, occorre far presto. Ogni giorno arrivano notizie drammatiche dal settore. L´agenzia Fitch stima una flessione del 12% del mercato dell´auto in Europa nel 2009 dopo il calo di oltre l´8% atteso quest´anno. Se il credito continuerà a peggiorare il calo potrebbe ampliarsi al 15-20%.
E la crisi colpisce anche la grandi case orientali. Toyota ha annunciato che dimezzerà la forza lavoro temporanea in Giappone, lasciando a casa 3mila operai con contratti a termine. La decisione segue i tagli annunciati da Mazda e da Isuzu che hanno deciso di ridurre la forza lavoro rispettivamente di 1.300 e di 1.400 unità. E sempre ieri Honda ha annunciato nuovi tagli alla produzione di ben 79 mila unità, di cui 21 mila in Europa. Questo significa che il colosso giapponese produrrà un terzo dei veicoli in meno (53mila) rispetto alle 175mila vetture assemblate quest´anno nel Vecchio continente. Anche in Giappone, Honda diminuirà la produzione a 1,28 milioni (1,32 milioni un anno prima), come pure in Nordamerica, dove passerà a 1,412 milioni (meno 56mila unità).
(vedi "Lo sviluppo sostenibile" secondo Paolo Scaroni, Presidente della Fondazione Eni Enrico Mattei)
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