«Se non si agisce ora per sfamare una popolazione bisognosa in aumento, raddoppiando la produzione agricola, il mondo rischierà una crisi alimentare permanente e un'instabilità globale»: è l'avvertimento lanciato nella bozza iniziale dei ministri dei paesi del G8. Il documento, anticipato ieri dal Financial Times, è stato preparato dal ministro delle politiche agricole, in vista del primo vertice G8 dedicato all'agricoltura, che si terrà dal 18 al 20 aprile in provincia di Treviso. E chiede di raddoppiare la produzione agricola e di agire subito.«La produzione globale agricola va raddoppiata entro il 2050 per far fronte all'aumento demografico» e permettere di avere abbastanza cibo per sfamare nuove bocche e allo stesso tempo «fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici». Altrimenti, si legge nel rapporto, la crisi alimentare degli ultimi due anni in quasi tutto il mondo «diventerà strutturale in pochi decenni». Secondo la bozza, inoltre, ulteriori crisi alimentari «avranno gravi conseguenze, non solo sulle relazioni d'affari, ma anche in quelle sociali e internazionali, che a loro volta avranno impatto diretto sulla sicurezza e la stabilità delle politiche mondiali».L'incontro dei ministri dell'agricoltura del G8, che si terrà nel comune di Cison, nella Marca trevigiana, è stato proposto dopo l'impennata dei prezzi delle commodities, tra cui farina e riso, che hanno scatenato proteste, anche violente, in più di 30 paesi, dal Bangladesh ad Haiti. Il segretario dell'agricoltura statunitense, Tom Vilsack, ha annunciato due giorni fa che Washington intende raddoppiare gli aiuti finanziari per sviluppare il settore nei paesi poveri di almeno un miliardo di dollari l'anno prossimo, spiegando che «il numero della popolazione mondiale aumenta ogni anno di 79 milioni; un tasso che mette alla prova la capacità di conciliare crescita demografica e produzione alimentare». Intanto, secondo la Fao, per la prima volta il numero delle persone affamate in modo cronico ha superato l'inquietante soglia di 1 miliardo. (da Italia Oggi).
Anche i grandi gruppi iniziano a muoversi. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente.
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