lunedì 6 ottobre 2008
Il biodiesel che arriva dalle alghe
Microalghe come materia prima per produrre biodiesel. È quanto prevede il progetto Mambo (MicroAlghe: Materia prima per BioOlio), presentato da Assocostieri-Unione produttori biodiesel (Upb), in occasione della manifestazione Zeroemission Rome 2008. Obiettivo dell'iniziativa è quello di studiare le colture massive di microalghe da impiegare appunto nella produzione di biodiesel. «La crescita del prezzo degli oli», ha affermato l'amministratore delegato di Novaol e vicepresidente di Upb, Pier Giuseppe Polla, «il concetto di sostenibilità sempre più diffuso e la concorrenza ai produttori di biodiesel dai paesi emergenti ci hanno spinto a promuovere tra i nostri associati il progetto per lo studio di un biodiesel di seconda generazione ottenuto da microalghe. La finalità di questa iniziativa è, da una parte, sostituire/integrare la materia prima oggi utilizzata con altra non in competizione con coltivazioni alimentari e, dall'altra, anticipare il raggiungimento degli obiettivi previsti al 2020 dalle nuove regole sui biocarburanti in discussione a livello comunitario». La collaborazione tra l'Unione produttori biodiesel, l'Università degli Studi di Firenze, la Stazione sperimentale per le industrie degli oli e dei grassi (Ssog) di Milano, oltre ad alcune aziende, intende dimostrare la fattibilità tecnica, economica e ambientale di un impianto, che utilizzi le microalghe come materia prima. Tra le caratteristiche delle microalghe c'è quella di garantire un'elevata produttività bioenergetica. Se un ettaro coltivato a girasole o colza può produrre da 0,7 a 1 tonnellate l'anno di olio vegetale puro, un ettaro coltivato massivamente a microalghe con fotobioreattori ne può produrre dalle 10 alle 20 tonnellate. (Da Italia Oggi)
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