La bellezza del pianeta si affianca a quella della sua immagine tecnologica, Per smuovere le coscienze delle persone, dice Il Sole 24 Ore.
Mentre, ancora una volta, le tv di tutto il mondo sono intente a occuparsi di nuovi e sempre più potenti – per non dire frequenti – uragani che sconvolgono le coste atlantiche dell'America, nel meridione del nostro Paese la scia degli incendi estivi si protrae fino a settembre, e, infine, veniamo a sapere che ora, per la prima volta, il Circolo Polare Artico è un'isola, cioè è circumnavigabile a causa dell'arretramento dei ghiacci. Tutti questi fenomeni rispondono a un unico nome: cambiamenti climatici. Di questo si occupa Mark Lynas nel suo «Sei gradi. La sconvolgente verità sul riscaldamento globale». Un testo inquietante in cui ogni capitolo corrisponde a un grado di aumento del nostro clima e le conseguenze probabili o possibili che esso comporterebbe: un terrificante viaggio intorno a un pianeta malato a causa dell'uomo.Lo spettacolo dell'apocalisse: qualcosa che si può facilmente capire andando a vedere la mostra «I tempi stanno cambiando. Come varia il clima: conoscenze attuali e scenari futuri», curata da Daniele Cat Berro e Luca Mercalli e ospitata al Museo regionale di Scienze Naturali di Torino (fino al 30 ottobre). Il percorso della mostra risponde appieno al carattere divulgativo e nello stesso tempo dispiega un imponente apparato tecnologico con proiezioni, computer con i siti dei più importanti centri di ricerca in cui navigare, un potente documentario della Bbc proiettato su tre schermi giganti, e poi video, porzioni di interviste o dichiarazioni. E ancora: fotografie satellitari, modelli proiettivi realizzati al computer...Insomma,a emergere è l'immagine della climatologia come scienza complessa, sempre più tecnologica, una scienza che vede e cerca di prevedere con sistemi scopici in grado di animare proiezioni virtuali di eventi. Uno spettacolo complesso, terribile e affascinante: alla bellezza del pianeta si affianca questa bellezza dell'immagine tecnologica del mondo che caratterizza il nostro stato di uomini contemporanei che vivono in una fase di cambiamenti epocali, dopo aver spezzato alcuni equilibri naturali. L'apocalisse è ormai vicina? Ma forse la nostra salvezza sta nella coscienza di quanto sta avvenendo, allora lo spettacolo di una scienza cosciente è davvero un segno dei nostri tempi: spettacolari sono le immagini di «L'undicesima ora», documentario voluto e commentato da Leonardo Di Caprio o di «Una scomoda verità», il documentario di Al Gore, o il documentario "fantascientifico" «Life after People» sugli scenari futuri del nostro pianeta una volta che il genere umano sarà estinto.Ma in questo senso potremmo citare «The Day after Tomorrow» di Roland Emmerich, film catastrofico che si basa sulle proiezioni svilluppate in ambito scientifico, «E venne il giorno» di M. Night Shyamalan, mentre lo stesso Emmerich, campione del cinema catastrofico contemporaneo, sta lavorando al nuovo film di apocalisse della Natura, «2012», a sottolineare una costante culturale del nostro tempo: lo spettacolare senso della fine. Ma si può dire che lo spettacolo dell'apocalisse, del nostro mondo che cambia e della Natura che reagisce al nostro sconsiderato atteggiamento nei confronti del pianeta, può anche essere l'arma vincente per smuovere finalmente le coscienze di tutti.
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