lunedì 24 novembre 2008
Dopo Kyoto. Buoni propositi ma le emissioni crescono ancora
Il prossimo primo dicembre si apre a Poznan in Polonia la quattordicesima Conferenza della Parti (COP-14) che hanno sottoscritto la Convenzione delle nazioni unite sui cambiamenti climatici. L’incontro durerà due settimane e alla sua conclusione si spera che i ministri dei 192 paesi interessati raggiungano un accordo per avviare il «dopo Kyoto». COP-14 si apre sotto buoni auspici politici, ma sotto cattivi numeri. Le buone nuove riguardano le recenti dichiarazioni di Barack Obama: la politica americana sul clima cambierà radicalmente. Gli Usa intendono abbattere le emissioni di gas serra in modo da raggiungere entro il 2020 il livello di riferimento del 1990 e, poi, tagliare dell’80% le emissioni entro il 2050. È il medesimo programma di Gordon Brown: la Gran Bretagna, come tutti i paesi europei, taglierà del 20% le emissioni entro il 2020 per poi raggiungere l’80% entro il 2050. La Cina sta lanciando una serie di segnali positivi: anche il colosso asiatico farà la sua parte. I numeri, tuttavia, costituiscono una doccia fredda. Già avevamo scoperto che dal 2000 al 2007 le emissioni globali sono aumentate al ritmo del 3,5% annuo e ormai superano del 38% quelle del 1990. Oggi i tecnici dell’UNFCCC, la struttura delle nazioni Unite che segue l’applicazione della Convenzione, specificano che ad aumentare non sono state solo le emissioni dei paesi a economia emergente e neppure quelle dei paesi che, come gli Usa, non hanno ratificato il protocollo di Kyoto. Ad aumentare sono state anche le emissioni dei paesi che sono impegnati dal protocollo di Kyoto. Certo, queste emissioni restano del 5% al di sotto del livello del 1990. Ma solo a causa del crollo, appena dopo il 1990, delle inefficienti economie centralmente pianificate dell’Unione Sovietica e degli altri paesi comunisti. In molti paesi che hanno ratificato il protocollo di Kyoto le emissioni sono aumentate. Primo fra tutti l’Italia che dovrebbe abbattere entro il 2012 le proprie emissioni del 6,5% rispetto al 1990 ma che le ha aumentate di oltre il 10%. (da L'Unità)
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